Tratto dal “Corriere della sera” domenica 23 giugno 2013
Di Gianluca Rotondi

BOLOGNA – Un intervento di routine, la sostituzione programmata delle protesi al seno, è costato la vita a una donna di 63 anni di Firenze che per ragioni familiari era spesso di casa sotto le Due Torri. E pensare che la clinica Villalba, la struttura privata sui colli dove si è consumata la tragedia, era stata scelta dai familiari per consentire loro di assisterla da vicino, ma anche perché considerata tra le migliori in circolazione, specie per un’operazione di chirurgia «superficiale» ritenuta tra le meno rischiose. Invece Ornella T. è morta mercoledì sera sotto gli occhi della figlia a nemmeno 24 ore dall’intervento.
Un dramma su cui ora indagano Procura e carabinieridopo la composta ma ferma richiesta di chiarezza avanzata dai familiari della donna, assistiti dagli avvocati Gianluigi Lebro e Giulio Basagni. La pm Beatrice Ronchi ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, fatto sequestrare la cartella clinica e indagato sei medici: il chirurgo che ha eseguito l’operazione, il suo aiuto in sala, due anestesisti e due medici di reparto, tutti difesi dagli avvocati Andrea Martinelli e Roberto Plati. Un atto dovuto per consentire loro di partecipare all’autopsia attraverso un proprio consulente, il professor Gerardo Martinelli (per la famiglia c’era la dottoressa Donatella Fedeli).
L’esame eseguito sabato dal medico legale Sveva Borin ha stabilito che la donna sarebbe morta per una embolia polmonare massiva: un grumo di sangue avrebbe cioè ostruito l’arteria polmonare. Una complicanza irrimediabile che, se confermata, aprirebbe però il campo a una serie di interrogativi, soprattutto sulla fase pre-operatoria, le cui risposte saranno decisive per stabilire eventuali responsabilità. La 63enne era infatti obesa, una caratteristica fisica che solitamente rende più elevato il rischio di formazione di trombi e che avrebbe richiesto la somministrazione di eparina prima e dopo l’intervento. Secondo quanto si apprende, in cartella clinica non vi sarebbe traccia del farmaco ma gli accertamenti sono solo all’inizio.
Un altro tema da esplorare è l’opportunità di sottoporre la paziente all’operazione, anche tenuto conto che lo scorso marzo, sempre a Villalba, le era stata praticata una liposuzione all’addome. Aspetti che dovranno essere chiariti dagli esami istologici e dalla perizia medico legale che si avvarrà anche della consulenza di un chirurgo. L’unica figlia della signora Ornella è distrutta dal dolore e ancora incredula per quanto accaduto. Pretende che sia fatta luce anche se non accusa nessuno: «Abbiamo attivato la magistratura non per puntare il dito contro qualcuno ma perché era l’unica strada per scoprire la verità e capire che cosa è successo — dicono i familiari —. Prima di avere certezze non ha senso attribuire responsabilità, ma vogliamo sapere».
La direzione sanitaria di Villalba ha preferito non commentare e ai familiari ha solo detto di non saper spiegare l’accaduto. La signora Ornella, vedova da tempo, era entrata in clinica martedì mattina dopo aver seguito tutta la trafila per prepararsi alla sostituzione delle protesi impiantate venti anni fa. Dopo gli esami di rito, che non avrebbero evidenziato rischi, è stata operata in anestesia generale: «È andato tutto bene», hanno assicurato i medici. La donna si è svegliata e la notte è passata tranquilla. Il mattino seguente l’hanno fatta alzare ma dopo pochi passi è svenuta, apparentemente per un calo di pressione. Alle 16,30 però ha iniziato a stare male, faceva fatica a respirare. Non è chiaro come siano intervenuti i medici, ma due ore dopo la crisi respiratoria si è ripresentata in modo violento. Pare a che quel punto le sia stato dato un farmaco ad alta concentrazione di eparina ma ormai era tardi: tutti i tentativi di salvarla si sono rivelati inutili.

Tratto dal “Corriere della sera” domenica 23 giugno 2013
Di Gianluca Rotondi