Dolcificanti
SUCRALOSIO
Il sucralosio è stato scoperto nel 1976 da Leslie Hough e da un giovane chimico indiano, Shashikant Phadnis, scienziati del Tate & Lyle, in collaborazione con i ricercatori del Queen Elizabeth College (ora parte del King's College di Londra). La coppia stava facendo dei test sugli zuccheri clorurati come intermedi chimici. In un giorno di tarda estate Hugh chiese a Phadnis di 'sottoporre a test' una certa polvere. Dato che in inglese sottoporre a test si dice test, con un suono molto simile alla parola che significa assaggiare (taste) Phadnis, mal comprendendo, assaggiò, rendendosi subito conto che il sapore era eccezionalmente dolce. I due lavorarono sul composto fino ad ottenere una sostanza 600 volte più dolce dello zucchero normale che tutti conosciamo cioè il saccarosio.
Il sucralosio è ottenuto dallo zucchero tramite un processo brevettato in più fasi che sostituisce selettivamente tre atomi di cloro con tre gruppi idrossili nella molecola di zucchero.
Un vantaggio del sucralosio per i produttori del settore alimentare e per i consumatori è la sua eccezionale stabilità. Mantiene la sua dolcezza nel tempo, anche a diverse temperature e condizioni di conservazione. Grazie alla sua esclusiva combinazione di un gradevole sapore simile allo zucchero e di un’eccellente stabilità, i produttori alimentari hanno utilizzato il sucralosio per creare un’ampia gamma di nuovi cibi e bevande di ottima qualità. Ne sono esempi categorie quali la frutta in scatola, le bevande a base di frutta a basso contenuto calorico, i cibi pronti, le salse e gli sciroppi. Il sucralosio può anche essere utilizzato come dolcificante negli integratori alimentari a base di vitamine/minerali e nei farmaci. In definitiva, i consumatori hanno avuto una maggiore scelta di cibi e bevande a basso contenuto calorico grazie al sucralosio.
Fonte: Diabetes Care 2013; doi: 10.2337/dc12-2221.
Su un blog americano compaiono diverse testimonianze sui disturbi arrecati da dolcificanti compreso il SUCRALOSIO. Pertanto ricordiamoci che in primo luogo dobbiamo fare attenzione a non esagerare.
ESEMPIO: Posted by: fred greenwood on July 25, 2006 7:38 PM
Mia moglie ha utilizzato Splenda per diversi anni nel suo caffè (3 pacchetti per tazza) e 2 tazze di caffè al giorno. Lei aveva deciso di cambiare il dolcificante e passare a Splenda (SUCRALOSIO) sulla spinta delle notizie apprese circa gli effetti indesiderati dei CICLAMMATI. Due anni fa, ha è andata a Miami per 5 settimane ed è tornata a casa con pressione sanguigna e colesterolo alti, problemi di stomaco, stanchezza, etc. . Il medico che l’ha visitata le ha prescritto diversi medicinali per la pressione sanguigna e il colesterolo elevati che si è normalizzato solo dopo 5 mesi. Tornata ancora una volta a Miami per cinque settimane, è stata così male da essere letteralmente costretta, prurito, minzione frequente, insonnia, occhi gonfi, i muscoli doloranti, proteina C-reattiva (CRP-una misura di infiammazione) a 15,8, colesterolo totale 260, LDL 140, trigliceridi 250, tutti significativamente più alti rispetto a prima. Il dottore ha scoperto che il problema era la tossicità del dolcificante Splenda. Mia moglie è cubana e quando è dai suoi parenti a Miami, beve un sacco di caffè cubano che per problemi di linea e di salute invece di dolcificare con lo zucchero normale usava Splenda.
In altre parole il suo consumo di Splenda raddoppiava ogni volta che andava a Miami.
STEVIA
La Stevia rebaudiana è una pianta erbacea perenne, di piccole dimensioni, della famiglia delle Compositae, nativa delle montagne fra Paraguay e Brasile.
La Stevia è conosciuta da molti popoli dell'area geografica sudamericana da diversi millenni, oltre che per il potere dolcificante delle sue foglie, anche per le proprietà medicinali, infatti è stata correntemente usata da secoli dai popoli indigeni del sud America per le sue doti curative, ed è usata ancora oggi.
Viene usata come dolcificante, in quanto è molto più dolce del comune saccarosio. I principi attivi sono lo stevioside, e il rebaudioside A, che si trovano in tutte le parti della pianta ma sono più disponibili e concentrati nelle foglie, che quando sono seccate (disidratate), hanno un potere dolcificante (ad effetto della miscela dei due componenti dolcificanti) da 150 a 250 volte il comune zucchero. Contrariamente allo zucchero i principi attivi non hanno alcun potere nutrizionale (zero calorie), e sono relativamente stabili nel tempo ed alle alte temperature, per cui conservano perfettamente le loro caratteristiche anche in prodotti da forno o in bevande calde, diversamente da altri dolcificanti di sintesi come l'aspartame, che subisce degradazione.
BIBLIOGRAFIA
Lavini A., Riccardi M., Pulvento C., De Luca S., Scamosci M. and d’Andria R. (2008). Yield quality and water consumption of Stevia rebaudiana Bertoni grown under different irrigation regimes in southern Italy. Italian Journal of Agronomy, 2 (3), 135-143
Geuns JM, Augustijns P, Mols R, Buyse JG, Driessen B., "Metabolism of stevioside in pigs and intestinal absorption characteristics of stevioside, rebaudioside A and steviol.", Food Chem Toxicol., novembre 2003 n.41 vol. 11 pag. 1599-607
Jeppesen PB, Gregersen S, Poulsen CR, Hermansen K, "Stevioside acts directly on pancreatic beta cells to secrete insulin: actions independent of cyclic adenosine monophosphate and adenosine triphosphate-sensitive K+-channel activity". Metabolism, n. 9 vol. 2, pag. 208-14, febbraio 2000